A Venezia si è aperta la 71ma Mostra del Cinema dove sono arrivate, o arriveranno nei prossimi giorni, star hollywoodiane in ascesa come Emma Stone, o divi stagionati, quanto affermati, come Al Pacino e Catherine Deneuve, ma anche Charlotte Gainsbourg, James Franco, Michael Keaton, Edward Norton, Ethan Hawke.
Folta pure la pattuglia italiana, con Sophia Loren, che si appresta a festeggiare gli 80 anni tra qualche settimana, Elio Germano, Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Marco D’Amore, Pierfrancesco Favino, Isabella Ferrari.
Ma ci sono anche attori in erba, come Jacir Eid che è il più piccolo attore di questa Mostra con i suoi 8 anni. Jacir è protagonista di Theeb, Lupo in arabo, un film di Naji Abu Nowar, in concorso nella sezione Orizzonti. “Un duro ed emozionante viaggio nel deserto, in cui il piccolo Theeb crescerà in fretta, imparando a distinguere tra verità e menzogna” nell’Arabia, deserto compreso, del 1916.
Il Direttore Artistico, Alberto Barbera, mostra tranquillità e sicurezza. Ciò che odia di più sono le polemiche, anche se sa che spesso ”sono il sale dei festival. Temo su tutti La trattativa di Sabina Guzzanti”. Mentre sulle star è indifferente: ”Oggi sono famosi attori che neppure conosco”.
Madrina di questa edizione è l’attrice Luisa Ranieri, che torna al Lido dopo 10 anni e che rivela che “non parlerò di me bambina che sognava di fare il cinema, ma di quanto il cinema sia importante nelle nostre vite. Oggi sono una donna che ha costruito una carriera ed è a suo agio con se stessa. Non annoierò la sala”.
In giuria invece, per difendere i colori nazionali, ci sarà il regista e attore Carlo Verdone: “Terrò conto dei film che mi colpiscono, mi emozionano, ma, se ci sarà da difendere gli italiani, sarò in prima linea”, ha detto alla vigilia.
Con lui, in giuria, Alexandre Desplat che la presiede, Joan Chen, Philip Groening, Jessica Hausner, Jhumpa Lahiri, Sandy Powell, Tim Roth e Elia Suleiman. Ci saranno però anche due sedie vuote, per due registi perseguitati nei loro Paesi, l’iraniana Mahnaz Mohammadi e l’ucraino Oleg Sentsov.
Tre i film italiani in concorso, Il giovane favoloso di Mario Martone, Hungry Hearts di Saverio Costanzo, Anime nere di Francesco Munzi, ai quali si aggiunge la quota minoritaria di produzione italiana in Pasolini di Abel Ferrara.
Tra i fuori concorso, La Trattativa di Sabina Guzzanti, Italy in a day di Gabriele Salvatores, Perez di Edoardo De Angelis, La zuppa del demonio, documentario di Davide Ferrario.
Nella sezione Orizzonti, in concorso, invece troviamo La vita oscena di Renato De Maria, Senza nessuna pietà di Michele Alhaique e Belluscone, una storia siciliana di Franco Maresco.
Mentre fuori concorso, sempre in Orizzonti, c’è l’italo palestinese Io sto con la sposa di Antonio Augugliaro, Gabriele del Grande e Khaled Soliman al Nassiry.
Particolarmente nutrita è sempre la presenza italiana anche fra i documentari di Venezia Classici: Donne nel mito. Sophia racconta la Loren di Marco Spagnoli, che è parte dell’omaggio alla divina Sophia, che sarà completato dalla proiezione della versione restaurata di Una giornata particolare e una mostra.
In programma anche Giulio Andreotti – Il cinema italiano visto da vicino di Tatti Sanguineti, Gianluigi Rondi: Vita cinema passione di Giorgio Treves, Poltrone rosse – Parma e il cinema di Francesco Barilli e Animata resistenza di Francesco Montagner e Alberto Girotto.
Intanto il primo film in concorso ieri ha ricevuto i primi applausi: Birdman di Alejandro Gonzalez Inarritu, commedia-dramma di un attore, interpretato da Michael Keaton, non più giovane, che non riesce a liberarsi del suo antico e popolare ruolo di supereroe.
Deciso di voler fare il salto di qualità, interpretando, scrivendo e dirigendo una pièce di teatro a Broadway, dovrà affrontare tutti i fantasmi possibili, quelli dei colleghi che non lo riconoscono, quelli delle sua vanità e quelli della sua famiglia ormai disastrata.
I fantasmi di Riggan sono tanti come la sua “paura di non contare nulla”, come egli stesso spesso ripete, perché mentre cerca una identità, la cosa più difficile per un attore, deve fare i conti con una critica che lo odia, con la gente che lo vuole rivedere nei panni del supereroe, con la voce dello stesso supereroe che lo perseguita indicando come sua unica strada quella di farlo rivivere. E un po’ di rimpianto, va detto, c’è in Riggan ora che “tutti gli attori di Hollywood hanno messo un costume da supereroe”.
Il protagonista, Michael Keaton, che fu Batman diretto da Tim Burton, dice che “è un film sui nostri fantasmi e sull’ego da tenere a bada. No, Batman non mi insegue ancora”.
Feroce la critica del regista alle popolarità da social, “immediate quanto effimere e superficiali”.
Nel cast Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan, Emma Stone e Naomi Watts.
Gli Americani per questa edizione della Mostra italiana del Cinema calano un poker d’autore pieno di temi forti come la crisi, la guerra, l’amore e la vanità.
Guardano al Leone d’oro n 99 Homes di Ramin Bahrani con Andrew Garfield, Michael Shannon, Laura Dern, Noah Lomax; Manglehorn di David Gordon Green con Al Pacino; Birdman di Alejandro Gonzalez Inarritu con Michael Keaton; Good Kill di Andrew Niccol con Ethan Hawke.
Ma non sono da meno i francesi con La Rancon de la Glorie, Le Dernier Coup de Marteau, 3 Coeurs e Loin des Hommes, diretti da 4 registi molto diversi tra loro. Un autore tra mistica e impegno sociale come Xavier Beauvois; una ex giornalista e cameraman al suo secondo film come Alix Delaporte; un veterano come il raffinato Benoit Jacquot che ha al suo attivo un film su Sade e un quasi esordiente come David Oelhoffen.
Dall’Austria invece due opere: the Basement, In cantina, del regista Ulrich Seidl e Goodnight Mommy di Veronika Franz e Severin Fiala. Nel primo le ossessioni degli austriaci per le cantine dove avvengono delitti o si consumano bizzarri hobbies, nel secondo la storia inquietante e horror di una mamma senza volto.
A Venezia arriva anche il film del premio Oscar Gabriele Salvatores che racconta un giorno da italiani: vite felici o in crisi, nascite e matrimoni, un pranzo in famiglia, un bacio, un tramonto, un ciao dallo spazio o da dietro le sbarre, grazie agli oltre 44 mila video ricevuti da altrettanti italiani che hanno accettato l’invito di girare un filmato nell’arco della giornata dello scorso 26 ottobre 2013.
Grazie a Rai Cinema è venuto fuori il primo film collettivo e social Italy in a day, e la Mostra del cinema di Venezia, attenta ai cambiamenti di linguaggio, ci ha creduto e lo ha scelto per il fuori concorso.
Sarà proiettato il 2 settembre.
Lorenzo Gangarossa ha adattato per l’Italia l’idea già sviluppata dalla Scott Free di Ridley Scott e Liza Marshall, ed è tra i produttori con Fabrizio Donvito, Marco Cohen, Benedetto Habib. “E’ una sorta di primo censimento audiovisivo, a giudicare dalla quantità di persone che ci hanno raccontato il loro giorno in Italia. Un materiale ricco e potente – 2200 ore – che ci ha emozionato e commosso. il film sarà nelle sale distribuito da 01, in un racconto di 76 minuti che misurano in qualche modo la temperatura emotiva del paese”.
Gabriele Salvatores ha trovato “molto emozionante, istruttivo e interessante questo esperimento, realizzabile solo oggi con i media di cui disponiamo. Sono stato quello a cui migliaia di persone affidavano il loro message in a bottle. Ci voleva rispetto, attenzione. Ma anche la coscienza del proprio ruolo”.
Molte le curiosità, come il video mandato dall’astronauta Luca Parmitano, le immagini girate dai detenuti del carcere di massima sicurezza di Bollate, il video del carcere di Pistoia sul primo giorno di permesso di un detenuto girato dal giornalista di Tvl Massimo Panocchi.
“Abbiamo avuto un accordo con il ministero di Grazia e Giustizia, siamo andati lì dentro e spiegato ad alcuni di loro come realizzare il video. Gli abbiamo lasciato le videocamere e si sono raccontati”.
Ardua la selezione, come rivela Gangarossa: “Ci siamo mossi inserendo i tag degli argomenti ad ogni video arrivato e poi scegliendo l’arco della giornata che volevamo raccontare per intero, la varietà dei luoghi italiani da Pantelleria a Bolzano, le risposte alle domande che avevamo posto e le sequenze legate agli eventi importanti della vita. Siamo arrivati ad una superselezione e da li avanti ancora fino ad arrivare a 76 minuti”.
Intanto, anche se in tempi di crisi, la Mostra “investe”: con una spesa di 6 milioni di euro, coperti dal contributo stanziato dal Comune, è stata ristruttura la Sala Darsena del Lido, collocata a immediato ridosso del Palazzo del Cinema. L’opera, che comprende anche la realizzazione di un nuovo foyer d’ingresso e la sistemazione dell’area esterna, è inserita nel secondo stralcio di lavori di sistemazione del Palazzo del Cinema e delle aree circostanti, il cui progetto preliminare è stato approvato nel 2011.
La Cineteca di Bologna porta a Venezia 4 restauri del grande cinema italiano, pellicole che hanno raccontato e trasfigurato la nostra storia, e che saranno proiettati nella sezione Venezia Classici: si tratta de L’udienza di Marco Ferreri, Todo Modo di Elio Petri, Umberto D di Vittorio De Sica e La Cina è vicina.
Evento speciale delle Giornate degli Autori sarà il documentario collettivo prodotto da Luce Cinecittà, 9×10 Novanta. A firmare i nove film di dieci minuti ciascuno sono nuovi autori del nostro cinema: Alice Rohrwacher, Marco Bonfanti, Costanza Quatriglio, Claudio Giovannesi, Alina Marazzi, Pietro Marcello e Sara Fgaier, Paola Randi, Giovanni Piperno e Roland Sejko. La guerra, la rinascita dopo il conflitto, l’Italia delle campagne, l’emigrazione, la tradizione e la superstizione, la fede religiosa e nel miracolo, ma anche uno sguardo alle dittature, a misteri, tragedie, speranze, pregiudizi, guardando anche all’oggi. Un affresco creato con le immagini d’archivio dell’Istituto Luce.
E come tutti gli appuntamenti di rilievo anche al Lido non sono mancate le contestazioni per avere una ribalta-vetrina che altrimenti non sarebbe possibile: partiti in circa cinquecento, alla fine erano almeno un migliaio i manifestanti, in gran parte dipendenti del Comune di Venezia, in corteo nel pomeriggio del giorno della cerimonia di apertura, che hanno manifestato per protestare contro i tagli di servizio e salario decisi dal commissario prefettizio Vittorio Zappalorto.
Una delegazione delle rsu e alcuni rappresentanti sindacali hanno incontrato il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Carlo Guelfi che accompagnava il Presidente Napolitano. (fm)