Interrogato e poi rilasciato a piede libero, perché il suo arresto è stato considerato “superfluo” dai magistrati di Cracovia è l’avventura vissuta dal regista Roman Polanski mentre si trova in Polonia per l’apertura del nuovo Museo della storia degli ebrei polacchi.
Polanski, 81 anni, ha rilasciato alla Procura polacca tutti i suoi recapiti, ma si è rifiutato di rispondere alle domande che si riferiscono al processo negli Stati Uniti del 1978.
Fuggito allora dagli Usa in Europa, è ricercato dalle autorità giudiziarie americane con un mandato di cattura internazionale perché considerato colpevole di stupro dell’allora tredicenne Samantha Gailey, che sarebbe avvenuto nella casa di Jack Nicholson.
Una rinnovata richiesta di arresto era giunta a Varsavia quando le telecamere della tv lo hanno mostrato nel pubblico dell’inaugurazione del Museo.
Il regista nel 1943 è fuggito dal ghetto di Cracovia, mentre sua madre e tanti familiari sono morti nelle camere a gas allestite durante la guerra dai nazisti.
Fra la Polonia e gli Stati Uniti vige l’accordo sull’estradizione, ma Polanski ha anche il passaporto polacco e nel suo caso l’accordo non è automatico: infatti non obbliga i due Stati ad estradare i propri cittadini e in tal caso lascia la decisione definitiva al Ministro della Giustizia,
Secondo i media Polanski, che è cittadino onorario di Cracovia, avrebbe preso in affitto un appartamento nella città. (nn)