A 10 anni dalla scomparsa di Nino Manfredi, avvenuta il 4 giugno 2004, il Museo di Roma Palazzo Braschi ha allestito fino al 6 gennaio “Nino”, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina, da Dalia Events e Dalia Association che la curano in collaborazione con Onni ed ExNovo, e la famiglia Manfredi.
Una mostra multimediale con foto, testimonianze, compreso un super 8 girato in famiglia, ricostruzioni di ambienti, e caroselli a cui Nino ha fatto da testimonial, oltre al salotto della casa romana dell’attore con l’amata poltrona, la tv e ai piedi il cavalluccio a dondolo in legno dei suoi figli quando erano bambini, alle foto e testimonianze dei suoi film più celebri a cominciare da quelle inedite delle avventure di Pinocchio di Comencini.
“Ho avuto la fortuna e il privilegio di vivere accanto a un grande attore ed essere testimone della sua ininterrotta ricerca espressiva per quasi mezzo secolo- spiega la moglie Erminia – Oggi sono felice che a quasi 10 anni dalla sua scomparsa, vi sia la possibilità di condividere la memoria di Nino con questa mostra inedita per la quale ho messo a disposizione con gioia molto di quanto ha lasciato all’archivio privato della sua famiglia. Mi auguro che grazie a questo anche i più giovani possano conoscere il lavoro di mio marito, un uomo e un grandissimo artista che ha segnato la sua epoca con tante indimenticabili interpretazioni, con la sua ironia, il suo umorismo e la sua umanità”.
In sottofondo durante il percorso della mostra, per la prima volta in esclusiva, la canzone inedita “Non lasciare Roma “, che l’attore cantò prima della sua morte.
Nel dicembre del 1997 Nino Manfredi s’innamorò al primo ascolto della canzone e volle inciderla. Grazie al produttore e musicista Claudio Zitti questo fu possibile. Gli autori sono due colonne portanti nel panorama della musica italiana: Mario Panzeri e Franco Fasano.
Tante le testimonianze dei personaggi: Gianni Canova, Enrico Brignano, Ornella Vanoni, Alessandro Benvenuti, Lina Wertmuller, Giuliano Montaldo, Pietro Abate e Alberto Panza insieme a quelle dei figli Roberta e Luca.
L’esposizione presenta anche il documentario realizzato da Willy Colombini durante la tournée americana del Rugantino del 1964.
Il figlio Luca, che ha realizzato il documentario Ottant’anni da attore spiega che “se dovessi trovare un termine che lo definisca come uomo di spettacolo, direi che Nino era un ‘artigiano’, innamorato del suo lavoro per il grande impegno che metteva in tutto quello che faceva”. (nn)