Il tempo passa e anche il Vaticano, in un certo senso si adegua.
Chi non è proprio giovanissimo si ricorderà gli attacchi di alti prelati a certi decolté provocanti di attrici nostrane o americane.
Una volta ebbe da ridire anche il buon Cardinale Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, che come Patriarca di Venezia, ogni anno si ritrovava il cinema in casa.
Dunque il Vaticano, e le sue gerarchie si sono sempre occupate di Cinema.
Ancora oggi le poche sale cinematografiche parrocchiali non proiettano film che non abbiano l’avvallo di uno speciale “ente”.
Ultimamente poi, con l’arrivo del nuovo direttore del quotidiano vaticano, Giovanni Maria Vian, anche l’Osservatore Romano si è messo a parlare di musica, cinema e quanto fa spettacolo.
Proprio in questi giorni è uscito un articolo “Quando il cinema racconta la verità”, con un’analisi dei film più recenti prodotti nella “disincantata e liberal” Hollywood sul tema controverso della fecondazione eterologa.
Il giornale del Papa non esprime “nessuna condanna, ma tanti dubbi e perplessità”, si.
Il primo film citato è “The Back-up Plan”, con Jennifer Lopez, “storia di una donna che per rabbia verso gli uomini ricorre alla fecondazione, ma per ironia della sorte e con sommo imbarazzo, subito dopo trova l’amore e l’uomo giusto”.
Si passa poi a “Due cuori e una provetta”, con Jennifer Aniston,dove “un amico della futura mamma, furtivamente, a insaputa della donna, ha messo il suo seme al posto di quello prescelto: il film mostra il rammarico di quest’uomo per ciò che ha fatto, per non poter dire al bambino che lui è suo padre, mentre il piccolo tristemente colleziona foto di sconosciuti per immaginare un genitore che non ha”.
Viene esaminata anche la popolarissima serie del “Dr. House” dove il medico più famoso del momento, “sconsiglia in tutti i modi una collega dal ricorrere alla fecondazione in vitro eterologa, fino a violare il segreto professionale per mostrarle chi è il donatore segreto, una persona ridicola e odiosa”. Per il quotidiano vaticano nei film e nelle fiction, ci sono “piccoli segni che indicano un disagio verso una pratica che non pochi politici vorrebbero introdurre in diversi Paesi”.
Grazie al cinema, per il quotidiano vaticano, abbiamo “una cinematografia che non condanna, ma rappresenta con efficacia il disagio su un tema che in genere viene invece esaltato dai media.
Con film che raccontano: un mondo dove i bambini sono un optional, i rischi delle scelte procreative alla moda, e soprattutto la solitudine e la paura, che sono la principale causa di tante scelte eticamente sbagliate.
Uno spaccato di vita che fa riflettere, e di cui c’era bisogno.
Non sempre – insomma – la verità ha bisogno di essere spiegata: spesso basta raccontarla”. Come sa fare solo il Cinema…(fm)