Nuovo Cinema Paradiso, a 25 anni dall’Oscar, emoziona ancora il pubblico americano, grazie anche al restauro digitale ad opera dell’Istituto Luce Cinecittà e di Dolce & Gabbana, proiettato in anteprima al festival Cinema Italian Style che ogni anno a novembre porta il nostro cinema a Los Angele in occasione della presentazione al pubblico americano del film italiano candidato all’Oscar, che quest’anno è Il Capitale Umano, di Paolo Virzì.
Allestita anche una mostra all’Istituto Italiano di Cultura a Los Angeles, con i disegni, inediti, originali, e tanto materiale dal set, compresi molti vestiti.
“La gente – ha detto il regista Giuseppe Tornatore - mi ferma ancora per strada a parlarmi di Nuovo Cinema Paradiso. Ricevo lettere, messaggi, articoli, inviti a presenziare alle proiezioni. Studenti se ne occupano per i loro saggi e le tesi di lauree. Quella febbre che si vive nel momento in cui una pellicola comincia la sua vita nelle sale cinematografiche non si è ancora placata. La meravigliosa avventura a Hollywood in occasione dell’Oscar per il miglior film straniero, il premio al Festival di Cannes, il Golden Globe, il Bafta, tutti gli altri premi e i festival internazionali in cui il film è stato presentato, sono bellissime sensazioni appena vissute. Improvvisamente però mi chiamano gli amici dell’ Istituto Luce Cinecittà, per dirmi che hanno deciso di restaurare Nuovo Cinema Paradiso. Che succede? Non mi tornano i conti. Per carità ringrazio tutti per l’attenzione, l’impegno, la bella iniziativa. Ma se il film è appena uscito, perché restaurarlo? Sono davvero molto sorpreso, smarrito, come in un sogno, o dentro un effetto speciale. Ma mi fanno notare che sono passati 25 anni. Venticinque? Scherziamo. Non è assolutamente possibile. Suppongo si tratti di un errore di calcolo”.
Le operazioni di restauro hanno richiesto 6 mesi di tempo e sono state effettuate presso il laboratorio l’Immagine Ritrovata di Bologna, seguite personalmente da Giuseppe Tornatore e dal direttore della fotografia Blasco Giurato, che hanno corretto i danni ad immagini e suono che il tempo aveva inevitabilmente procurato alla pellicola.
Il risultato è eccellente e ha emozionato i tanti professionisti del cinema presenti in sala: Danny DeVito, per esempio, che ha presentato Tornatore e ha raccontato la sua italianità: “Anche io nel mio paesino del New Jersey dove sono nato c’era una sola sala cinematografica e – dice DeVito – mi sono ritrovato nel piccolo Totò. Anche io spesso non avevo i soldi per entrare al cinema dalla porta principale”.
“Quella raccontata in Nuovo Cinema Paradiso mi sembrava una storia personale. Raccontavo la mia storia, ma dopo l’Oscar ho girato il mondo per promuovere il film e ovunque ho trovato qualcuno che mi diceva: ‘E’ la storia della mia vita’. Il mondo è pieno di piccoli Totò”. (nn).