L’anteprima nazionale del film “Pontormo”

La città di Firenze, martedì 25 maggio 2004, ha ospitato, al cinema Variety, l’anteprima italiana del film “Pontormo” di Giovanni Fago, alla presenza di numerosi vip, tra cui l’ex Sottosegretario On. Vittorio Sgarbi, e autorità cittadine.

Lo hanno deciso, e non poteva essere cosi, i produttori Carlo Quinterio e Angelo Bassi, come forma di ringraziamento ufficiale alla città e ai fiorentini per l’aiuto prestato nella realizzazione del film, girato in esterni in Firenze.

“Per Firenze – ha sottolineato l’Assessore Francesco Colonna – il cinema è un elemento chiave e come Amministrazione Comunale siamo interessati a favorire la presenza cinematografica nella nostra città. Per questo sono ben lieto che per girare questo film sia stata scelta Firenze così come per la proiezione dell’anteprima”.

Un film girato quasi esclusivamente a Firenze per raccontare l’ultimo periodo di vita di Jacopo Carucci, detto il Pontormo, uno dei più grandi pittori del Cinquecento, precursore di un nuovo stile che conquisterà presto tutte le corti d’Europa: il manierismo.

Il film, prodotto dalla Palamo Film Srl, illustra nella Firenze dei Medici, le vicende di un uomo, tormentato e introverso, impegnato da oltre undici anni nella realizzazione di un affresco per il coro di San Lorenzo, commissionatogli dal Granduca Cosimo I dei Medici.

L’incontro con Anna, una profuga fiamminga a cui è stata tagliata la lingua ispirerà, poi il Pontormo, per il volto di Eva nel Giudizio Universale.

Pontormo fu anche nel mirino dell’Inquisizione perché i suoi affreschi non corrispondevano ai canoni ecclesiastici e portavano avanti una ricerca particolare delle forme e dei colori.

La pellicola è stata realizzata con la collaborazione di grandi professionisti e di un nutrito gruppo di attori internazionali, tra cui Joe Mantegna nel ruolo di Pontormo.

La Certosa del Galluzzo, alle porte di Firenze, è stata trasformata per diverse settimane in un set cinematografico.

Infatti qui sono partite le riprese del film.

Nella Firenze dei Medici, Pontormo, tenne in un diario su le spese di realizzazione, le cene con Bronzino e ad attente osservazioni su ciò che mangiava e sulla propria salute.

Questo diario ha ispirato il film.

I personaggi principali del film, oltre a Pontormo sono:

 ANNA (Galatea Ranzi): La protagonista femminile del film. E’ una tessitrice muta: ha subito la mutilazione della lingua durante una guerra. Ha con sè un bambino abbandonato da commedianti arrestati dall’inquisitore. Anna assomiglia moltissimo alle figure femminili che il Pontormo ha sempre dipinto: dal loro incontro nascerà un’intesa che sarà fonte di nuova ispirazione per il pittore.

BRONZINO (Massimo Wertmuller): Assistente ed amico fidato del pittore: infatti il Pontormo, timoroso di non riuscire a terminare la sua serie di affreschi, gli affida l’eredità della sua opera.

COSIMO I (Alberto Bognanni): E’ il granduca di Firenze che ha commissionato il ciclo di affreschi per il coro San Lorenzo in risposta a quelli della Cappella Sistina. Nonostante il Pontormo si rifiuti di mostrare persino a lui la sua opera, prima che sia terminata, egli continua ad avere fiducia nel pittore ed interviene in favore di Anna pur di fargli proseguire il lavoro.

L’INQUISITORE (Laurent Terzieff): E’ la tipica figura minacciosa e irrazionale della caccia alle streghe: egli trova oscena perfino la pittura della Cappella Sistina, e non esita ad accusare Anna di stregoneria, ma deve adeguarsi e rilasciarla, grazie alla testimonianza del pittore che è protetto dal granduca.

BATTISTA NALDINI (Giacinto Palmarini): E’ un giovane assistente di Pontormo nel lavoro al coro di S. Lorenzo, anche se, però, nutre altre ambizioni.

ELEONORA: La moglie del Granduca Cosimo I , ha due amatissimi levrieri, che vorrebbe fossero inseriti nel dipinto, ma si vedrà restituire il denaro dal pittore, e rifiutare, come per tutti gli altri, la vista dell’opera prima che sia terminata.

Nel Cast troviamo anche Andy Luotto che interpeta Mastro Rossino.

Pontormo, il cui vero nome era Jacopo Carrucci, nasce a Empoli nel 1494 e muore a Firenze nel 1556.

Artista tormentato e introverso, allievo dapprima di Andrea del Sarto e in seguito di Leonardo da Vinci, il Pontormo fu il più grande rappresentante del primo manierismo fiorentino.

Il suo Diario che copre gli anni dal 1554 al 1556 ci rende testimoni dei suoi ultimi anni di vita a Firenze, dalla realizzazione degli ultimi affreschi fiorentini all’eccentricità nella vita privata.

Viveva infatti solo, in un’alta casa, nella camera all’ultimo piano raggiungibile solo tramite una scala che ritirava per mezzo di una carrucola.

Tranne rare visite a Roma per studiare i capolavori del Buonarroti, il Pontormo visse sempre a Firenze protetto dai Medici.

Tra le sue opere più rinomate troviamo la Fede e la Carità sull’arco della SS.ma Annunziata, le Storie di Giuseppe per il cassone nuziale di Baccio d’Agnolo, che si trovano oggi alla National Gallery di Londra, oltre a una Maddalena ai piedi del Cristo risorto e una Venere baciata da Cupido, dipinte per il Marchese del Vasto di Avalos da un cartone di Michelangelo.

Nel 1545 iniziò gli affreschi per il coro in S. Lorenzo, di cui si dice che fossero un tentativo di emulare e superare Michelangelo.

Morì a 62 anni di crepacuore quasi al termine dei lavori.

Gli affreschi furono terminati dal Bronzino e raschiati via nel 1737.

La pittura del Pontormo risentì degli insegnamenti di grandi artisti, come Michelangelo, Leonardo e Raffaello, ma con uno stile in cui si riversa la crisi di valori, la vacuità dell’arte e delle certezze, sempre sperimentale e in aperta polemica con la tradizione pittorica fiorentina.

Molte le accuse e le critiche mosse contro la sua pittura a questo proposito, tanto che si trovò giudicato anche dall’inquisizione.

Egli portava avanti una particolare ricerca delle forme e delle tinte rare, e dipingeva su linee diagonali e non simmetriche.

Col tempo arrivò alla totale eliminazione di qualsiasi riferimento ambientale, e all’uso di colori piatti e figure quasi sospese in un’atmosfera fuori dal tempo e dallo spazio.

Tra le sue principali opere vale la pena citare:

“Sacra Conversazione”, affresco (1514)

“La Fede e la Carità”, nel cenacolo di S. Salvi (1513-1514)

“S. Sebastiano”, olio su tavola (1515-16)

“Visitazione”, affresco (1516)

“Dama con cestello di fusi”, olio su tavola (1516 ca.)

“Pala Pucci”, olio su carta e successivamente steso su tavola (1518)

“Cosimo il Vecchio dè Medici”, olio su tavola (1518-19)

“Santidi Pontorme S. Giovanni Evangelista e S. Michele Arcangelo”, olio su tavola (1519 ca.)

“Giuseppe in fuga”, olio su tavola (1515-19)

“Deposizione Cristo dalla Croce”(1521)

“Vertunno e Pomona”, affresco (1521)

“Adorazione dei Magi “, olio su tavola (1523 ca.)

“Ritratto di due amici”, (1523-1524 ca.)

“Storie della Passione”, affresco (1523-25)

“Cena in Emmaus”, olio su tela (1525)

“La deposizione di Santa Felicita” in cui vi è anche il suo Autoritratto(1527-1528)

“Visitazione”, olio su tavola (1528-30)

“Ritratto di Francesco Guardi L’ Alabardiere”(1529-1530)

“Ritratto di giovane”(1529-1530 ca.)

“Ritratto di Dama, olio su tavola” (1532-33 ca.)

“Alabardiere”, olio su tavola

Le Opere sono conservate:

A Firenze: Galleria Palatina, Galleria dell’Accademia, Santissima Annunziata, Galleria degli Uffizi, Chiesadi Santa Felicita, Museo Bardini, Palazzo Vecchio, Santa Maria Novella, Casa Buonarroti, Museo del Cenacolo di San Salvi, Chiesa di San Michele Visdomini, Galleria Corsini. Al Galluzzo nel Museo della Certosa.

A Pontorme (Empoli):Chiesa di San Michele

A Caiano (FI):Villa Medicea

A Carmignano (PO):Pieve di S. Michele

A Lucca:Museo Nazionale di Villa Guinigi

A Sansepolcro:Museo Civico

Speciale a cura di Franco Mariani

LA RECENSIONE DEL FILM

di

Francesco Barile

Ambientato nella Firenze rinascimentale, in un periodo di grave crisi politica e culturale, il film ripercorre gli ultimi mesi di vita del pittore Jacopo Carucci, più noto come il Pontormo.

L’artista, interpretato da Joe Mantegna, è alle prese con il suo ultimo, più importante lavoro: la realizzazione di un ciclo di affreschi nella basilica di San Lorenzo, commissionati dal Granduca Cosimo I per celebrare la grandezza dei Medici.

Uomo schivo e taciturno, Pontormo è consumato dall’ansia e dall’inquietudine. Fortemente legato agli ideali dell’Umanesimo, non accetta di porre limiti alla libertà della sua arte e di sottostare al rigore morale e politico della Chiesa, preoccupata dalla Riforma luterana.

Le vicende artistiche si intrecciano con quelle sentimentali in un rapporto fatto di sguardi e di intese con la bella Anna (Galatea Ranzi). La donna, esule fiamminga fuggita alla guerra, sarà in seguito accusata di stregoneria.

Pontormo è un film sulla libertà di pensiero e sulla paura del nuovo e del diverso. La storia ripropone un tema di sicura attualità, trattato però in maniera poco originale e convincente.

La narrazione è lenta, i dialoghi banali e ripetitivi.

Malgrado le suggestioni dell’ambientazione e la forza evocativa dei costumi, che di fatto però salvano il film, l’attenzione dello spettatore viene perdendosi per strada.

La regia ama soffermarsi sul particolare in modo gratuito, andando a discapito di tutto il film che cosi offre un’atmosfera forzatamente cupa, gotica.

Il film di Giovanni Fago è forma senza contenuto: non è impegnato, né leggero. (fb)