La prima cosa bella – Speciale Verzì

Paolo Virzì è nuovamente nelle sale italiane con “La prima cosa bella”, il suo ultimo film, dedicato a Livorno, la città natale alla quale è legato da un rapporto non sempre facile, dove l’ha girato tutta la scorsa estate.

Un cast ricchissimo: Stefania Sandrelli, Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Claudia Pandolfi, Sergio Albelli e Isabella Cecchi, Dario Ballantini, Emanuele Barresi, Paolo Ruffini e il debuttante Francesco Rapalino.

Quando l’inizio delle riprese furono presentate alla stampa Ugo Di Tullio, presidente della Film Commission regionale, sottolineò di aver “accolto con favore l’idea di un nuovo progetto di Paolo Virzì in Toscana. Perché la Toscana non è solo quella della storia o delle cartoline. C’è anche quella larga parte che si esprime attraverso l’arte contemporanea del cinema e il nostro compito è di aiutarla e di valorizzarla. La Film Commission da tre anni promuove la nostra regione come set naturale, creando le condizioni anche economiche perché i registi vengano a girare nella nostra terra. In quest’ottica abbiamo sviluppato un intervento di adesione totale all’arte di Paolo Virzì. Con la produzione infatti abbiamo parlato del progetto culturale, non del film in sé, perché fare un film significa creare un’opera d’arte contemporanea”.

Un progetto ambizioso, che mira ad ottenere risonanza internazionale.

Il film, prodotto dalla Indiana Productions in collaborazione con Motorino Amaranto, abbraccia un arco di tempo di circa quarant’anni.

“Un film che è allo stesso tempo – dichiarò Virzì – un inno alla città e un’invettiva. Qualcosa di molto viscerale, che proverò a raccontare attraverso una storia familiare molto romanzesca e che si sviluppa dagli anni Settanta a oggi”.

L’idea sarebbe nata in modo quasi fulmineo, dopo un’estate trascorsa a Livorno.

Il cast è un mix di volti noti e meno noti: “Il film – spiegò in quella occasione Virzì – metterà insieme attori professionisti e star affermate, come Micaela Ramazzotti, Valerio Mastrandrea (che sostituisce Kim Rossi Stuart, n.d.r.) e Stefania Sandrelli, con giovanissimi talenti livornesi e attori debuttanti, come il piccolo Giacomo Bibbiani, e di questo sono davvero orgoglioso”.

Uno dei punti forti del film è sicuramente la presenza della costumista Gabriella Pescucci, originaria di Rosignano, che ha lavorato per nomi del calibro di Federico Fellini e Martin Scorsese, vincitrice di un premio Oscar nel 1994 per “L’età dell’innocenza”, oltre che di due nomination e sette nastri d’argento.

Il film, nelle sale dal 15 gennaio 2010, dove si scontrerà con “Avatar” di James Cameron, è una commedia d’altri tempi, che si costruisce molto ma molto lentamente, e questo è un piccolo difetto di questo “capolavoro” un po’ troppo lungo in verità, ma che sa ampiamente riprendersi negli ultimi 15 minuti circa, per chiudersi con il giusto equilibrio di poesia e realismo.

Virzì ancora una volta si riconferma come un bravo regista-burattinaio, che conosce benissimo l’arte di come tirar fuori ai propri attori quelle “corde” che gli permettano di raccontare al meglio la sua storia.

Lo si vede con la protagonista Micaela Ramazzotti, la mamma del film, diventata poi sua moglie nella vita durante la realizzazione di questo film, con Stefania Sandrelli, che interpreta la mamma da anziana, con un piccolo neo, che non ha per niente quei modi-tich che ha la protagonista da giovane, con i due figli, Mastrandrea e Pandolfi, e soprattutto con Messeri e, in particolare con Paolo Ruffini che qui dimostra veramente di essere un vero attore, serio, con la A maiuscola, rispettoso dei tempi recitativi, perdendo, finalmente, quella verve che lo ha sempre contraddistinto e per i quali ha avuto però ruoli sempre minori e comici-demenziali.

Un film da vedere e che sicuramente non mancherà a tutti di ricordare i bei tempi della fanciulezza, coccolati, nel bene o nel male, dalla propria mamma, lasciando scendere qualche immancabile, ma doverosa, lacrimuccia, facendoci riappropriare, come si riprometteva il regista, di sentimenti, forse persi, o forse soltanto accantonati in un piccolo angolino del nostro cuore.

Il film è stato designato il 29 settembre 2010 a rappresentare l’Italia agli Oscar 2011.

Lo ha deciso l’apposita commissione istituita all’Anica e composta da Gabriele Salvatores, Dante Ferretti, Alberto Crespi, Roberto Escobar, Alessandra Leventesi, Gloria Satta, Conchita Airoldi, Angelo Barbagallo, Aurelio De Laurentis, Adriano De Micheli, Mario Giananii, Fulvio Lucisano, Paolo Ferrari, Andrea Occhipinti e Nicola Borrelli.

Il regista, che si appresta a volare a Los Angeles per la campagna pubblicitaria in vista dei Golden Globe, si è dichiarato felicissimo per la scelta.

Non resta ora che aspettare il 25 gennaio per vedere se effettivamente l’Academy farà rientrare il film italiano nella cinquina dei film come miglior film straniero. (fm e lr)