Giorgio Pasotti

A sei anni inizia la pratica del karate, poi del kobudo e del wushu, a 13 anni è cintura nera: da quel momento la carriera dell’attore Giorgio Pasotti è segnata.

Dopo un breve periodo trascorso in Cina dove è protagonista del film “Treasure Hunt”, torna in Italia recitando in film e serie televisive.

L’attore di punta del cinema italiano, attualmente in Brasile per le riprese del telefilm “Anita”, che lo vedrà recitare nel ruolo di Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi, al fianco di Valeria Solarino, ha nel padre, Mario, bergamasco di 60 anni, il suo più grande ammiratore.

“Giorgio la sua carriera di attore la deve alle arti marziali cinesi”.

Il padre è uno tra i più grandi maestri europei del Wushu, una delle arti marziali più acrobatiche con calci volanti e l’uso di spade, lance, sciabole e bastoni.

Il maestro così descrive il suo allievo prediletto: “Il segreto del successo di Giorgio è nascosto tra gli affascinanti misteri del Tao. Tutto è iniziato con un viaggio in Cina. La vita di un essere umano è quasi scritta. Come un percorso già tracciato sin dalla nascita, nulla avviene per caso ma perchè precise condizioni si verificano e allora accade quel che deve accadere”.

Una scoperta casuale, quella delle arti marziali rivelatasi positiva. “Ero giovanissimo – ricorda Pasotti padre – quando arrivò a Bergamo una delegazione di kungfu dalla Cina. Rimasi folgorato. Mi ci sono buttato anima e corpo. A sei anni Giorgio era già in palestra con me. Col tempo ha conquistato il titolo più prestigioso per un italiano: quarto ai mondiali a Baltimora con 18 nazioni in gara”.

La proposta, durante il suo soggiorno cinese di girare un film lo entusiasmò tanto.

Ecco come lo ricorda il padre: “Mi chiamò al telefono ‘Papà, che faccio?’. Lo spronai, ‘Giorgio, fallo, perchè può essere divertente’. Fu il suo primo film sulle arti marziali, ne seguirono altri.

Giorgio si è trovato ad un bivio tra la passione per il cinema e il wushu.

A sciogliere il dilemma ci ha pensato nel 1998 Daniele Lucchetti, che gli dà una parte nel suo lavoro.

La sua carriera cinematografica in Italia comincia con un titolo che ha del profetico ‘I Piccoli maestri’”.

I rapporti tra padre e figlio sono sani e genuini, e il genitore condivide molte delle scelte professionali di Giorgio.

Alla domanda sulla vita sentimentale tra Giorgio e Nicoletta Romanoff, e sulla loro presunta crisi, Mario non ha dubbi: “Dopo otto anni di convivenza gli alti e i bassi sono normali. Nicoletta è una ragazza straordinaria. Riesce, se necessario, a riportarlo sui giusti binari, un buon equilibrio tra yin e yang. Giorgio è un padre straordinario, adora i bambini, prima o poi faranno un altro figlio”. (cc)